viernes, 13 de febrero de 2009

Nutrizione in Tempo di Crisi




Tanti modi per risparmiare:

In quest’ epoca di crisi mondiale dove sono salite i prezzi di molti prodotti, i rubro alimentare non é indifferenze. Per continuare a mangiare sano senza spendere tropo, dobbiamo valerci di alcuni stratehie.

La prima estrategia é quella di pianificare bene la spesa:

1) Fare la Spesa Intelligente: prima di andare al supermercato dobbiamo fare la lista di alimenti che sono strettamenti necessarie, eliminando dalla lista quelli alimenti che costano molto e non ci alimentano, perche apportano molte calorie e molti zuccheri. Per essempio: biscotti, dolci, gassate, alcoholici.
2) Non andare a fare la spesa quando si ha fame: si é dimostrato che ci fa la spesa senza ver mangiato prima compra molto di piú di quello che li serve e la scelta non é molto sana ne accetata.
3) Preferire i prodotti di seconda scelta: questi prodotti non sono belli alla vista ma in quanto alla qualitá e l’apporto di nutrienti e simili a quello degli alimenti piú costosi, ma costano di meno.
4) Aspettare le Offerte Speciali: questo é un fenomeno ogni giorno é piú frequente nel riparto di frutta e ortagi. Tiene ad occhio i volantini con le offerte dei supermercati e aproffitali.
5) Compra Frutta e vegetale di stagione: hanno una migliore qualitá é costano molto di meno.
6) Acquistare nei Discount: Nel 2008 sono incrementate i numeri di famiglie Italiane che hanno fatto la spesa dei generi alimentari nei discount per risparmiare.
7) Programmare il menú settimanale: se pianificamo il menú familiare rischiamo meno di spregare cibo che va a male prima di essere preparato e cosi risparmiamo.
8) Andare dai Contadini: In Italia ci sono aziende agricole che vendono frutta e verdura direttamente al consumatore risparmiandosi il 40% (costo aggiunto dal supermercato).

La seconda gran estrategia é nella cucina:

a) Pianificazione di Menú: Se si pianifica cosa si cucinará in 7 ó 15 giorni ci sará meno probabilitá di perdere cibo nel frigo prima di prepararlo.
b) Tipo di cottura: Se cuciniamo al microonde, al vapore e al forno utilizzaremo meno olio, fa meglio alla salute e risparmiamo nei costi.
c) Bevande: Bere píú acqua e meno gassate e alcolici, cosa di meno e fanno bene alla salute.
d) Ridurre la quantitá di zucchero in cucina.
e) Preparare le quantitá proporzionate per persona per evitare spreghi.
f) Non buttare gli avanzi: con gli avanzi ci sono mille idee per fare un pasto succesivo originale e risparmiativo.

jueves, 12 de febrero de 2009

Uso della Glutamina nello Sport.


La glutammina è un aminoacido (ovvero un prodotto finale dell’idrolisi delle proteine) non essenziale, cioè un aminoacido che il nostro corpo non riesce a sintetizzare da solo, e per coprire quindi il suo fabbisogno dobbiamo assumere alimenti che lo contengano.
Anche se la glutammina è un aminoacido non essenziale, in alcune circostanze come lo stress, le infezioni, un allenamento intenso o una malnutrizione proteica, viene chiamato “essenziale condizionato” o “semi essenziale”, per le importanti attività che svolge in queste determinate circostanze, nelle quali il corpo aumenta il fabbisogno di glutammina, e deve quindi essere assunto tramite integratori. Lo stesso vale per sportivi ed atleti ad alto rendimento.Dove si trova la glutammina?La maggior parte degli alimenti ricchi di proteine hanno anche un’adeguata quantità di glutammina. Sono ottime fonti di glutammina i latticini (latte, yogurt, formaggio), le carni, la frutta secca, la soia, il tacchino e i fagioli.
Benefici della glutammina nello Sport.La glutammina ha due principale funzioni per l’atleta professionista ad alto rendimento: la prima è quella di facilitare il recupero di glicogeno, mentre la seconda funzione è quella di favorire la sinterizzazione proteica. La glutammina aiuta inoltre a recuperare il glicogeno muscolare in seguito ad un periodo di intenso allenamento, nel quale le riserve si svuotano più rapidamente del normale.Diverse ricerche scientifiche e studi di medicina dello sport hanno evidenziato che il consumo di glutammina e di polimeri del glucosio promuovono l’accumulo di glicogeno nel fegato e nel muscolo. In concreto si è osservato un notevole aumento del glucosio nel sangue successivamente al consumo di glutammina pura (senza polimeri del glucosio).La glutammina risulta essere quindi tanto efficace per aumentare i livelli di glucosio nel sangue quanto i polimeri di glucosio, senza però aumentare i livelli di insulina (cosa che invece accade con il consumo di polimeri). La glutammina quindi non modifica l’insulina.Per questo motivo vengono utilizzati integratori di glutammina per aumentare le riserve di glucosio (riserve energetiche) del muscolo dell’atleta in seguito ad un duro allenamento, per poter ricaricare le riserve di glucosio (nel muscolo e nel fegato) in modo rapido e senza aumentare i livelli di insulina.L’ideale è somministrare agli atleta una dieta iperproteica ben pianificata e individualizzata, insieme ad un integratore di glutammina, per proteggere il tessuto muscolare specialmente durante i periodi di lunghi ed intensi allenamenti.Si è inoltre riscontrato che durante lunghi e intensi sforzi negli allenamenti, i livelli di glutammina nel sangue sono più alti rispetto al normale, mentre durante il riposo vi è una brusca e rapida discesa. Se durante il periodo di tempo che intercorre fra l’allenamento e il riposo, o durante un allenamento e l’altro, non c’è un recupero adeguato di glutammina, l’atleta corre il rischio di soffrire della cosiddetta “sindrome da sovrallenamento”. Quindi non solo si mette a rischio il rendimento sportivo, ma anche la salute dell’atleta, visto che la mancanza di glutammina, così come la mancanza di altri aminoacidi (proteine), provoca un indebolimento del sistema immunitario sottoponendo l’atleta ad un rischio più alto di contrarre infezioni.Le dosi adeguate di glutammina.In genere, i supplementi di glutammina vengono venduti in polvere o pasticche da assumere per via orale (la glutammina degli integratori si trova in forma di L- glutammina). La dose consigliata è di 40 – 50 mg di glutammina per chilo di peso al giorno. L’ideale è assumere la glutammina al mattino e a digiuno, perché risulta essere più efficace, oppure un’ora prima e un’ora dopo l’ allenamento.

Errori più Comuni della Alimentazione Italiana.

L’alimentazione all’italiana è conosciuta a livello mondiale soprattutto per il suo gusto, che piace a molti. Negli anni è diventata famosa anche per la moda della dieta mediterranea e per la sua utilità nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Ma c’è da dire che questo tipo di alimentazione non è perfetta: per primi noi Italiani commettiamo ancora molti errori nell’alimentazione.

Gli errori più frequenti sono:

Saltare la colazione. La colazione è il pasto più importante della giornata: chi non fa colazione rallenta il suo metabolismo, soffre più di affaticamento, ipoglicemia, rallentamento dell’agilità mentale e delle attività intellettuali, oltre a rendere più difficile il mantenimento di un peso sano o la perdita di peso. In Italia gran parte della popolazione salta la colazione, assumendo spesso solo caffè, e ciò rappresenta un grande errore che va contro i principi di una sana alimentazione.
Fare una colazione ricca di zuccheri. Il 90% degli italiani che fanno colazione al mattino utilizza alimenti ricchi di calorie e poveri di nutrienti, come cornetti e brioches, paste, biscotti, ecc. Una colazione ottimale dovrebbe invece essere composta da alimenti proteici (latte, yogurt), deve apportare carboidrati sani (fette biscottate, pane) e frutta, sia in succo che fresca.
Si Eccede spesso nelle quantità di pasta. La pasta fa parte del gruppo dei carboidrati, così come le patate, il riso e il pane. L’effetto benefico dei carboidrati è relativo alla quantità assunta. Una porzione di carboidrati dovrebbe essere di circa 70 – 100 grammi. Quando si tratta di pasta, l’italiano troppo spesso eccede in quantità, arrivando anche a consumarne il doppio. Basta ridurre la quantità ad una tazza di pasta (cotta).
Si mangiano più tipi di carboidrati nello stesso pasto. Un altro frequente errore nella alimentazione Italiana è il concetto di primo piatto a base di carboidrati, seguito spesso da un secondo con altri carboidrati o accompagnato da pane o sostituti (grissini, crackers, ecc). I carboidrati devono essere ridotti a un tipo per pasto: se consumiamo una porzione di pasta, all’interno dello stesso pasto vanno evitati pane, riso, patate, o altri carboidrati.
Si mangiano troppi affettati grassi. Il consumo di affettati altamente grassi è comune nella alimentazione italiana. Questi prodotti sono ricchi di grassi e colesterolo, quindi devono essere consumati con moderazione riducendo la frequenza ne e la quantità. Si raccomanda di mangiarli solo 1 volta a settimana, magari preferendo quelli meno grassi, come quelli di pollo o tacchino.
Il piatto unico. E’ comune trovare nelle tavole italiane piatti ricchi che fanno da primo e secondo, generalmente a base di pasta. Bisogna però fare molta attenzione, perchè chi mangia un piatto unico a base di carboidrati non solo assume più della razione di carboidrati considerata normale per un pasto, ma si incorre nel rischio di carenza di proteine, di fibra alimentare, di vitamine e minerali apportati da altri alimenti. Si pensa erroneamente che il piatto di pasta sia un alimento nutritivo perchè contiene “di tutto”, ma in realtà apporta solo carboidrati e grassi in maniera variabile, a seconda del tipo di condimento. Un’ altro problema è che chi mangia solo carboidrati li digerisce rapidamente, e dopo 1 o 2 ore dopo la fine del pasto si ripresenta la sensazione di fame. Si finisce dunque con rimangiare un altro alimento a base di carboidrati, poichè si stimola troppo la secrezione d’insulina. L’ideale sarebbe assumere proteine (carne, pollo, pesce, tacchino, coniglio, ecc), più frutta e vegetali e carboidrati in quantità limitata.
Si danno troppe merendine e zuccheri ai bambini per la scuola. La frequente mancanza di tempo da parte delle mamme porta i bambini a consumare delle merende con “calorie vuote”, cioè alimenti troppo calorici e poveri di nutrienti, che aiutano solo ad avere bambini obesi ma malnutriti.
Si pensa che lo zucchero sia vitale per la vita. Molti italiani sono convinti che lo zucchero sia indispensabile per una buona salute. In realtà sono i carboidrati complessi, e non quelli semplici come lo zucchero, quelli importanti per la salute, perchè apportano energie per le funzioni vitali, ma il corpo può perfettamente vivere senza problemi anche senza zucchero. Quindi il diabetico non deve assolutamente consumarlo, ed individui sani devono controllarne le quantità, meglio ancora sostituendolo con dolcificanti artificiali o con fruttosio.
Mancano la cultura del fitness ed i concetti dell’importanza del benessere, della sana alimentazione e dello sport. Sono pochi gli italiani che danno la giusta importanza alla sana alimentazione accompagnata da una corretta attività fisica. Ancora poche sono le persone che fanno dello sport. C’è bisogno quindi di una adeguata educazione alimentare, del benessere e dello sport, per far davvero comprendere l’importanza che questi fattori hanno per la nostra vita e la nostra salute.

Aiutare a Diminuire lo Stress con la alimentazione.


Anche se lo stress si combatte principalmente scoprendo e cambiando le situazione che ne è all’origine, è stato studiato che una alimentazione sana ed equilibrata permette al corpo di combattere lo stress più efficacemente.Senza considerare l’origine dello stress (che sia fisico o psichico), lo stress produce un aumento di adrenalina, un ormone che mantiene il corpo sotto uno stato di “allerta”.
Lo stress fisico generalmente dura poco, una volta che i livelli ormonali nel sengue scendono, il corpo torna alla normalità e il sistema nervoso esce dallo stato d’allerta. Ma il corpo può essere vittima anche di un altro tipo di stress: lo stress psicologico o emotivo.Questo tipo di stress è il più comune nei nostri giorni, ed è quello che porta più danni al corpo e alla mente, perche è il più difficile di curare e il più duraturo.
Come fa lo stress a condizionare l’alimentazione?Non si conoscono ancora bene i processi con cui lo stress modifica e altera i processi nutrizionali, ma si sa bene che il metabolismo si trova sotto pressione quando siamo stressati. Questo stato di stress ha anche effetto sul sistema immunitario, che viene indebolito rendendoci meno protetti di fronte alle infezioni e ad alcuni tipi di malattie. Tutti, chi più chi meno, siamo stati almeno una volta vittime dello stress, e avremo certamente notato come in questo stato sia più facile ammalarsi, anche se si trattasse di un semplice raffreddore.
Quando siamo stressati, il corpo produce più adrenalina, e per produrre adrenalina, il corpo richiede vitamina C e, se lo status di stress dura a lungo, si rischia una carenza vitamina C nell’organismo.Bisogna quindi integrare la dieta con alimenti ricchi di questa vitamina o, in alternativa, attraverso l’assunzione della vitamina stessa per via orale.I cibi più ricchi di vitamina C sono i frutti (e gli ortaggi acidi) e gli agrumi, come l’ arancia, il limone, il kiwi, i mandarini e i pomodori.Quindi è importante aumentare il consumo di vitamina C nei periodi di stress, per aiutare il nostro già debole sistema immunitario e diminuire così la possibilità di infezioni.
Durante lunghi periodi di stress potrebbero inoltre manifestarsi carenze di Vitamina A e proteine, quindi è bene incrementare anche il consumo di cibi ricchi di Vitamina A (carotene), di vegetali gialli e rossi e di carne, pollo, pesce, tacchino, latte, formaggio fagioli e uova. Il consumo frequente di vitamina C, vitamina A, Zinco, proteine ed acido folico è importante per combattere lo stress e aiutare il nostro organismo e il sistema immunitario.è importante aumentare il consumo di carne, pollo, pesce, tacchino, latte, formaggio fagioli e uovo.
L’aiuto degli Omega – 3.
Un altro elemento importantissimo per poter combattere lo stress è il consumo di Omega – 3, un acido grasso polinsaturo che aiuta a fortificare le nostre difese, e che si trova principalmente nel pesce ( nel salmone, nel tonno), nei crostacei, nel tofu, nelle mandorle, nelle noci, nell’ olio vegetale come quello di semi di lino, nell’olio di nocciole e nell’olio di colza. Ma è possibile anche assumerlo per via orale tramite pasticche.In conclusione, quando stiamo attraversando un periodo difficile e di stress cronico, è importante seguire un’alimentazione sana e ricca di antiossidanti (Vitamina C, Vitamina A, acido folico, e Omega – 3), bisogna incrementare la attività fisica (camminare, correre, nuotare, ecc), e indagare sulla causa dello stress per poterlo combattere e migliorare così la qualità della nostra vita.

Avocado ... importante frutto vegetale Sudamericano


L’avocado è l’unico alimento che si classifica contemporaneamente come frutta, come vegetale e come grasso: come frutta per il suo origine botanico, come vegetale per il suo uso culinario, specialmente nei paesi in cui nasce e come grasso per il suo contenuto nutrizionale. Nessun altro alimento ha una condizione così particolare.

L’avocado, o “aguacate” come è in origine il suo nome in Spagnolo, proviene dalla pianta della Persea Americana, del gruppo delle Lauracee. Fu scoperto per la prima volta durante le esplorazioni dell’America Centrale, nelle zone oggi conosciute come Messico e Guatemala, dove era già era parte dell’alimentazione degli indigeni Aztechi e Maya prima dell’ arrivo degli Spagnoli.Oggi i principali produttori di Avocado sono, oltre ai paesi Sudamericani, gli Stati Uniti, il Sudafrica, Israele e la Spagna. Per crescere, l’avocado ha bisogno di un clima molto caldo.
La principale caratteristica nutrizionale di questo frutto è la sua ricchezza di grassi, specialmente insaturi ed Omega – 3. Il contenuto di grassi dipende però dal tipo di avocado, e varia dal 10% al 30%.Per il popolo sudamericano e sudafricano l’avocado rappresenta il sostituto delle olive per gli Europei.L’elemento più rilevante per la salute di chi include l’avocado nella sua alimentazione è l’apporto di acido grasso linolenico e Omega – 3, grassi “buoni” in quanto capaci di stimolare la produzione di colesterolo buono (HDL) e frenare il deposito di quello cattivo (LDL). Con questa proprietà dell’avocado si può diminuire il colesterolo nel sangue (ipercolesterolemia), si può prevenire l’arteriosclerosi e le patologie causate dall’ostruzione del cuore e delle arterie, aggiungendo allo stesso tempo colore e sapore alla nostra alimentazioneMa gli effetti positivi non sono solo per il cuore: l’avocado è anche ricco di fitonutrienti, elementi antiossidanti che aiutano a liberare la cellula dai radicali liberi. L’Università dello stato dell’Ohio, in USA, ha dimostrato inoltre che l’avocado è in grado di prevenire la formazione di tumori della bocca.


Un altro aspetto positivo a favore dell’avocado è il suo ricco contenuto di Vitamina A: 14 mg di vitamina A per 100 grammi di parte commestibile (7 volte più dell’ananas). È inoltre ricco di vitamina E, ed entrambe le vitamine sono forti antiossidanti, che aiutano specialmente contro l’invecchiamento della pelle e la sua elasticità.Altri antiossidanti potenti presenti in questo frutto sono il glutatione e la luteina.


Altre virtù dell’avocado


*Aiuta a prevenire il morbo di Alzheimer
*Aiuta a migliorare la depressione
*Si utilizza nella terapia nutrizionale del paziente con sclerosi multipla
*Grazie al suo contenuto in Vitamina D, aiuta l’assorbimento di calcio e fosforo, aiutando ad avere ossa e denti più sani e resistenti contro osteoporosi e artrosi
*Aiuta a diminuire il prurito nelle dermatiti ed altre patologie dermatologiche o allergie della pelle
*Ha poteri antinfiammatori.
*Uno degli ultimi vantaggi riscontrati nell’avocado è la capacità di rallentare l’assorbimento del glucosio a livello intestinale, e quindi di regolazione dei livelli di glicemia, ottimo per i diabetici.


Ma attenzione, perchè l’avocado non è un alimento “light“, visto che in gran parte è composto da grassi, e per ogni grammo di grasso c’e un apporto di 9 calorie. E’importante saper utilizzare questo frutto come sostituto dell’olio o di altri grassi, ma non utilizzarlo in eccesso. Un esempio tipico di uso di avocado nei piatti sudamericani è mettere 1/8 dell’avocado a pezzi nell’insalata, senza aggiungere olio.Questo frutto non fa dimagrire, è solo un ottimo sostituto di grassi e olii e che possiede grandi benefici per la salute se si utilizza nella maniera e nella quantità corretta.Un etto apporta 230 calorie, l’equivalente di consumare 40 mele o 34 arance.

miércoles, 11 de febrero de 2009

l'Anemia dello Sportivo


Gli atleti, specialmente quelli impegnati in attività di resistenza, hanno la tendenza ad avere livelli di emoglobina leggermente più bassi se paragonati con persone dello stesso sesso, razza, ed età ma che non sono sportivi.
Un basso livello di emoglobina viene chiamato anemia e, se presente in persona che pratica attività sportiva, “anemia dello sportivo”. Molti specialisti affermano che l’anemia dello sportivo è un concetto errato, perchè gran parte degli atleti maschi hanno una “falsa anemia”. Infatti, i loro livelli di emoglobina sono bassi perchè durante l’esercizio aerobico il volume sanguineo si espande ed fa diminuire la concentrazione delle cellule rosse che contengono l’emoglobina. Diciamo allora che si tratta di una “anemia per diluizione”.Questa anemia per diluizione è un meccanismo di adattamento che ha il corpo dell’atleta durante l’allenamento.L’esercizio intenso diminuisce il volume sanguigno dal 10 al 20% attraverso 3 diversi meccanismi.
- Il primo, per l’incremento della pressione del sangue e la compressione muscolare che fanno aumentare la pressione del flusso sanguigno dentro i capillari dei muscoli attivi.- Il secondo, è la formazione di acido lattico ed altri sostanze metaboliche nel muscolo, che quindi aumenta la pressione osmotica del tessuto.- Il terzo, è per la perdita di parte del plasma attraverso il sudore.
La conseguenza di questi 3 meccanismi è la secrezione di renina, aldolsterone e vasopressina, per conservare l’acqua e il sale. Anche l’albumina si aggiunge al sangue, provocando un’espansione dei livelli iniziali di sangue. Anche una sessione semplice di esercizi ad alta intensità può espandere il volume sanguigno di un 10% per un periodo di 24 ore.Per questo motivo è normale e non patologico trovare atleti con da 1 g/dL fino a 1.5 g/dL di emoglobina sotto i livelli considerati normali.Per distinguere che si tratta di una falsa anemia o anemia dello sportivo e non una anemia patologica come per esempio ferropriva, l’ideale sarebbe sapere i valori dell’atleta prima degli allenamenti o dell’inizio della gara.Nel atleta la falsa anemia è la chiave per arrivare al condizionamento aerobico perche l’aumento del volume plasmatico permette di adattare il cuore dell’atleta ed incrementare i battiti. Questo è più che sufficiente per compensare la riduzione della concentrazione di emoglobina per unità di sangue; il corpo quindi somministra più ossigeno ai muscoli per uno migliore svolgimento della attività fisica.

Esiste un altro effetto nell’atleta, chiamato “Emolisi per impatto del piede”: si tratta della rottura delle cellule rosse a causa del impatto del piede con il pavimento; succede nella danza aerobica, nel lavoro con pesi, e molte volte anche nel nuoto. Alcuni specialisti la chiamano l’emolisi da sforzo.Questo fattore pure contribuisce alla diminuzione della concentrazione di cellule rosse che portano l’emoglobina, e quindi diminuisce la concentrazione di emoglobina nel atleta.
Se durante i controlli gli atleti trovano livelli bassi di emoglobina, inferiore a 1.5 g/dL oppure che si sia accertata l’origine alimentare (e/o la carenza di ferro), si deve prendere in considerazione la correzione dell’anemia. Nel caso invece di falsa anemia non è indicato nessun trattamento, nè nutrizionale nè vitaminico.
Nei casi di anemia per carenza di ferro generalmente si prescrive solfato ferroso (65 mg di ferro elementare per pillola); non di più perchè può provocare irritazione gastrointestinale.Le pillole vanno associate preferibilmente con vitamina C o succo di frutta citrico (arancio, limone, lime, kiwi) per aiutare l’assorbimento del ferro.Ovviamente è vivamente consigliata una dieta ricca di ferro.

Alimentazione dell'Iperteso


L’ipertensione arteriosa è la malattia più diffusa a livello mondiale, soprattutto nei paesi più industrializzati, e rappresenta il principale fattore di rischio di una malattia cardiovascolare. In Italia circa il 15 – 20% della popolazione soffre di questa malattia.


Ma, che cos’è l’ipertensione arteriosa?
L’ipertensione arteriosa è l’aumento patologico e costante della pressione del sangue nelle arterie.Nel nostro sistema circolatorio la pressione sanguigna dipende dal flusso di sangue che il cuore riesce a pompare e dalla resistenza che gli viene opposta dalle arterie.La pressione varierà perciò a seconda che il cuore sia in fase di contrazione – sistole - o in fase di dilatazione – diastole –, fase in cui il flusso sanguigno è mantenuto dall’elasticità delle arterie.Nella definizione della patologia è più importante la pressione minima (sistolica), perchè anche lievi aumenti possono avere conseguenze rilevanti, specialmente se abbinati ad altri fattori di rischio come il peso, l’ età, il sesso, la menopausa, l’indice vita/ fianchi, una predisposizione genetica, il diabete, l’attività fisica, ecc.Un individuo è riconosciuto iperteso quando presenta valori di pressione arteriosa fra valori minimi e massimi compresi tra 96 – 110 mmHg e 160 – 180 mmHg.


I sintomi più comuni della ipertensione sono: pesantezza del capo, malessere generale, vertigini, stordimento, crampi, disturbi cardiovascolari (emorragie, insufficienza cardiaca, insufficienza renale, ecc) , ma l’ 80% degli ipertesi non presentano sintomi, situazione che aumenta il rischio di morte. Per questo molte volte l’ipertensione viene riconosciuta come “nemico silenzioso” ed è importante sottoporsi a frequenti misurazioni della pressione, specialmente per le persone a rischio, con precedenti familiari di ipertensione o per coloro che sospettano di soffrire di questo problema.L’ipertensione provoca danni alle arterie, al cuore, ai reni, alla retina e al cervello, per questo è importante prevenire e curare questa alterazione.


Nel trattamento dell’ipertensione sono fondamentali tre aspetti: la dieta, l’attività fisica e la terapia. È importante sottolineare che la terapia medica da sola non può diminuire i livelli di pressione arteriosa se non viene accompagnata ad una dieta iposodica (controllata in sodio / sale) e da una corretta attività fisica. Solo i pazienti che adottano un cambio di vita hanno successo nel controllo della pressione.


Raccomandazione per chi soffre d’Ipertensione:


La prima cosa che si raccomanda per diminuire la pressione arteriosa è la riduzione dell’ apporto di sodio nell’alimentazione di ogni giorno.La principale fonte di sodio è il cloruro di sodio, ovvero il sale di cucina, che utilizziamo tutti i giorni per dare sapore ai nostri cibi.Ma molti altri alimenti, in un modo o nell’altro, apportano del sodio.Perchè si limita l’apporto di sodio? Perchè il sodio aumenta il volume del sangue circolante, con conseguente aumento della pressione arteriosa e alterazione dell’equilibrio idrosalino.La raccomandazione di sodio per un soggetto normale non iperteso è di 5 – 6 grammi di sale al giorno, mentre per l’iperteso va da 1 a 3 grammi, secondo i livelli di pressione arteriosa.
Il secondo passo è ridurre il peso, se il soggetto presenta obesità o sovrappeso, perchè per ogni chilo di sovrappeso che la persona ipertesa presenta, i livelli di pressione arteriosa aumentano del 8%.
Il terzo aspetto da considerare è l’attività fisica. Si è dimostrato che per gli ipertesi il miglior esercizio è la camminata in superficie piana per 1 ora al giorno, divisibile anche in due sezioni da 30 minuti. La frequenza deve essere di 3 volte alla settimana.
E al quarto posto si trova la terapia farmacologia, quando il caso è grave e nel caso in cui la dieta e l’attività fisica non siano sufficienti per mantenere stabili i livelli di pressione.

Altri fattori di rischio modificabili che devono essere controllati a fine di migliorare i livelli di pressione arteriosa sono:


1.- Lo stress: se vivi una vita veloce, con molte responsabilità e poco tempo da dedicare al benessere e al relax, devi riflettere e cominciare a gestire meglio lo stress, cercando più tempo da dedicare a te stesso, perchè lo stress aumenta i livelli di pressione arteriosa. Bisogna acquisire un buon autocontrollo in alcune situazioni, per non soffrire inutilmente di stress. Esistono inoltre alcune tecniche di rilassamento molto efficaci come il yoga, corsi di rilassamento, ecc.Riguardo all’alimentazione, una carenza di magnesio può provocare un aumento dei livelli di stress.


Come deve comportarsi una persona a cui sia stata diagnosticata una Ipertensione Arteriosa?


*Ridurre il peso corporeo se ci si trova in sovrapeso o obesità.
*Abolire il fumo.
*Aumentare l’attività fisica.
*Ridurre l’apporto di sale ed alcol.
*Mantenere attraverso la dieta un adeguato apporto di potassio, calcio e magnesio.
*Ridurre lo stress.
*Raccomandazioni Dietetiche per l’iperteso:
*Aumentare il consumo di frutta e vegetali.
*Consumare carne rossa (vitello) non più di tre (3) volte a settimana.
*Non aggiungere sale alle pietanze, si può dare sapore al cibo con altri condimenti (prezzemolo, origano, aglio, pepe, ecc)
*Consumare alcool con moderazione: non più di 2 bicchieri di vino al giorno per l’uomo e 1 per la donna.
*Aumentare il consumo di pesce in quanto ricco di Omega – 3 ,specialmente il salmone ed il tonno.
*Auntocontrollarsi con il consumo di dolci e bevande zuccherate.
*Sostituire i formaggi salati con quelli non salati.
*Eliminare il consumo di alimenti conservati in sale, lattine , insaccati, scatolame e affumicati.
*Preferire il pane e la pasta ridotti in sale


Il calcolo del sodio si può fare secondo la seguente formula:


1 g di NaCl (cloruro di sodio) = 400 mg di Na+ (sodio)
1 mEq di Na corrisponde a 23 mg di Na+
Nelle diete con restrizione moderata di sodio (sale) si apportano 2.000 mg di Na+ = 85 mEq di Na+
Nelle diete con restrizione severa di sodio si apportano 1.000 mg di Na+ = 42 mEq di Na+
Nelle diete con restrizione molto severa si apportano 500 mg di Na = 21 mEq di Na+


Alimenti Conservati e Trasformati Ricchi di Sale:


Questi alimenti devono essere eliminati o almeno molto diminuiti nell’alimentazione della persona che soffre d’ipertensione.
Olive da tavola conservate
Verdure sott’aceto
Prosciutto crudo (dolce)
Prosciutto cotto
Salame Milano
Mozzarella di mucca
Provolone
Formaggino
Parmigiano grattugiato
Tonno sott’olio
Patatine al sacchetto
Raccomandazioni Utili per realizzare una dieta con circa 2 gr di Na+ (sodio)
non utilizzare sale a tavola
ridurre all’indispensabile il sale per la preparazione e per la cottura dei cibi
evitare i cibi “trattati” con sale, essiccati o in salamoia
evitare i formaggi grassi e salati, preferire lo yogurt scremato, la mozzarella, ricotta e giuncata
sostituire il pane comune con pane senza sale, stessa cosa per i sostituti del pane (grissini, crostini, fette, crakers ecc.)
evitare acque minerali ricche di sodio e bicarbonato di sodio
Evitare i dadi per brodo
Usare spezie per dare sapore al cibo ed evitare l’uso del sale.


Bibliografia:
1.Prevenzione e Terapia Dietetica, Una guida per medici e dietisti. Eugenio del Toma. Editore Il Pensiero. Roma 2005.2.Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana. INRAN 2003.3.Prevenire a Tavola Colesterolo e Ipertensione. Rosanna Lambertucci. Edizioni Primavera. Firenze. 1993

martes, 10 de febrero de 2009

Il Diabete Gestazionale


Il diabete gestazionale è il diabete che si presenta durante la gravidanza, da qui il suo nome. La donna che soffre di diabete gestazionale solitamente non era diabetica prima della gravidanza, ma comincia a presentare iperglicemie (aumento della glicemia nel sangue) durante la gravidanza.La maggiorparte delle donne dopo il parto torna alla normalità, ma c’è un 50% delle donne che 5–10 anni dopo il parto presenta i sintomi di un diabete mellitus, e per questo è importante conoscere bene questa malattia e mantenersi sotto controllo anche durante il post parto.
Generalmente il problema si presenta dalla settimana 24 di gestazione fino alla 34. La diagnosi della malattia è elaborata facilmente, grazie ai continui controlli e screening ai quali si sottopone la paziente gestante.
Ma come mai il diabete gestazionale colpisce solo alcune donne?
Alcuni fattori che predispongono al diabete gestazionale sono:
Obesità
Sovrappeso
Precedenti diagnosi di diabete gestazionale in gravidanze precedenti
Precedente parto di bambino con peso superiore a 4,5 Kg
Parto precedente con bambino deceduto alla nascita
Età avanzata della madre in gravidanza.
Qual’è il meccanismo della malattia?Durante la gestazione, la placenta produce ormoni che sono presenti nell’organismo della donna solo in questo periodo della sua vita. Questi ormoni hanno un effetto contrario all’insulina, quindi nella donna in gravidanza c’e la tendenza ad avere leggere iperglicemie (aumento della glicemia nel sangue). Per contrastare questo effetto, il pancreas aumenta la produzione d’insulina durante la gravidanza, ma se il pancreas della donna non riesce ad affrontare efficacemente questa situazione e non produce quantità significative di insulina sufficienti ad evitare l’iperglicemia, si presenta il problema del diabete gestazionale.

È importante realizzare la diagnosi precoce del problema, per questo è sempre necessario fare analisi del sangue e controllare il comportamento della glicemia. Se si trova la glicemia sopra i valori considerati normali, si dovrà realizzare la prova della “minicurva di carico”, un test nel quale si prende un campione di sangue a digiuno e uno 1 ora dopo aver assunto 50 grammi di glucosio puro, con l’obiettivo di conoscere il comportamento dell’insulina e della glicemia dopo l’ingestione di alimenti. Se si trovano valori alterati e il medico riconosce la diagnosi di Diabete Gestazionale, è importante allora cominciare le cure necessarie.
La Cura:La principale cura al diabete gestazionale è l’alimentazione, perchè durante la gravidanza non bisogna perdere peso, nè si possono somministrare medicinali senza controllo. Solo nei casi di diabete grave si ricorre alla terapia medica (insulina, ipoglicemianti, ecc).
Come deve essere la dieta della donna con Diabete Gestazionale?
1.Deve essere adeguata nelle calorie, in accordo con la valutazione della composizione corporea e secondo la settimana di gestazione, e sarà redatta dal dietista / Nutrizionista.2.Deve essere leggermente iperproteica.3.Deve essere controllata in grassi saturi e colesterolo4.Deve essere assolutamente libera da zuccheri, dolci, bevande zuccherate e tutto quello che contenga zucchero.5.Deve essere una alimentazione ricca di frutta e verdura fresca6.Deve essere una dieta ristretta in alimenti industrializzati, bisogna preferire sempre le cotture casalinghe ed eliminare l’eccesso di prodotti chimici (coloranti, conservanti, additivi ecc)7.Bisogna fare attenzione a tutti i cibi zuccherati e controllare se tra gli ingredienti dei cibi consumati ci sia lo zucchero8.Bere almeno 1 litro di acqua al giorno9.Bisogna controllare il consumo degli alimenti con alto indice glicemico10.Deve essere ricca di fibra alimentare.11.E’ totalmente proibito il consumo di alcool.La dieta deve essere divisa in tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) e due merende o spuntini (una a metà mattina e un altro a metà pomeriggio), in modo da evitare oscillazioni dei livelli d’insulina.
E’ importante che la donna in gravidanza cammini dai 30 ai 60 minuti, almeno 3 volte alla settimana per non aumentare di peso e per controllare i livelli di glicemia.
Nel post parto
Durante il periodo di post parto e di allattamento la donna che ha sofferto di diabete gestazionale deve necessariamente fare controlli più frequenti, fino a che tutto torni alla normalità.Alcune donne migliorano, e il diabete sparisce, altre invece passano da un diabete gestazionale ad un diabete mellitus.La donna che ha sofferto di diabete gestazionale deve comunque continuare a seguire una dieta sana nei mesi successivi al parto, per la sua salute e per quella del bimbo.Nel caso di donne che hanno un’altra gravidanza dopo una precendente gestazione con diabete gestazionale, bisogna fare attenzione alla prevenzione.

lunes, 9 de febrero de 2009





FiberPasta è una pasta dietetica che contiene più del doppio delle fibre dalla pasta integrale (15g di fibre naturali x 100g di prodotto), ma ha lo stesso buon sapore di una normale pasta.
E' un prodotto naturale ottenuto da grano al 98% con la sola aggiunta del 2% di inulina (fibra vegetale solubile benefica per la flora intestinale). FiberPasta non contiene la lignina della crusca (eliminata tramite un processo sempre solo fisico) che conferisce colore scuro e sapore poco gradevole agli alimenti ed inoltre ostacola l'assorbimento dei minerali nell'organismo.
FiberPasta è particolarmente consigliata per chi segue una dieta dimagrante: mangiando un’abbondante porzione di tale pasta e accompagnando il pasto da un paio di bicchieri d'acqua, conferisce all’organismo un altissimo senso di sazietà senza provocare gonfiore al ventre e con un apporto calorico inferiore alla pasta tradizionale. Dunque, mantiene in forma ed apporta al consumatore la giusta energia fino alla sera permettendo di seguire una dieta senza sacrificio, essendo FiberPasta buona come la pasta normale.
La quantità di fibre contenute in FiberPasta include anche l’amido resistente (4,5%), cioè una parte dell'amido che, tramite un procedimento solo fisico, viene reso resistente e rallenta l'assorbimento dei carboidrati, quindi ritarda e riduce il picco glicemico.
Grazie alle sue proprietà dietetiche e funzionali, FiberPasta è dunque utile a persone con problematiche legate alla nutrizione quali sovrappeso, diabete, colesterolo, stipsi .
FiberPasta è particolarmente adatta anche alle diete di atleti e sportivi in generale, grazie al rilascio lento dei carboidrati che conferisce all'organismo l' energia per un tempo prolungato.
FiberPasta nel 2001 è stata riconosciuta dal Ministero della Salute con Decreto Ministeriale (n.600.12/8114 del 10/12/2001), come alimento “destinato ad individui affetti da turbe del metabolismo glucidico (diabete)”

viernes, 6 de febrero de 2009

NUTRI NEWS

Nuova Scoperta dal ginocchio dai CrostaceiVari studi clinici in Europa hanno recentemente dimostrato che il ginocchio dei crostacei aiuta al trattamento dell’artrosi grazie al suo alto contenuto di una sostanza conosciuta come “glucosamina”, la quale è efficace per alleviare il dolore, ed aumentare la possibilità di movimento degli articolazione. I crostacei sono ricchi in questa sostanza perche a loro li permette crescere cartilagine da che sono composti. Il American College of Rheumatology ha confermato che un trattamento con glucosamina durante 6 mesi aiuta a diminuire i sintomi e molestie dell’artrosi, e che se si usa insieme con la “condroitina” è ancora più efficace. I risultati si possono vedere tra le 6 e le 12 settimane. Per chi vuole più informazione può chiamare al numero verde: 800 – 912 805

Importanza della Figura del Dietista – Nutrizionista nelle case di cura e Ospedali in Italia



La nutrizione è una delle aree mediche più giovane, ed ha la particolarità di essere una scienza ausiliare di ogni altra specialità medica. Il nutrizionista / dietista ha la responsabilità di valutare lo status nutrizionale del paziente e deve essere il collaboratore del medico di famiglia, l’internista, il cardiologo, l’endocrinologo, il ginecologo, ecc. per aiutare ad migliorare le malattie che sono vincolate con la alimentazione.

Il nutrizionista non è uno specialista che solo fa diete a persone obesi o con problemi di soprapeso, è uno specialista che ha la responsabilità di prevenire malattie al guidare ed educare alle persone sulla adeguata e corretta maniera di alimentarsi e di guidare ed aiutare a migliorare le condizione di salute di chi è ammalato.

In Italia, manca ancora la cultura del benessere e della sana alimentazione. La nutrizione non se li da il vero valore che ha, ne fra la popolazione generale ne fra il team medico. Difficilmente vedremo al medico generale o specialista raccomandare la consulenza con il nutrizionista a i suoi pazienti perche basano tutto su la terapia farmacologia senza considerare che nel 70% delle malattie l’intervento dell’alimentazione è chiave per il miglioramento del paziente perche la terapia sola per se non lo fa tutto. Per esempio, una persona che soffre da dislipidemia (aumento di colesterolo e trigliceridi nel sangue), anche se prende tutti i giorni i farmaci raccomandati dal medico, se la persona mangia quello che vuole, e non fa sport, non vedranno miglioramento significativo.

Come altro esempio possiamo menzionare il caso di una persona che il medico lo trova iperteso, le fa la diagnosi di ipertensione. Il medico Internista o Cardiologo li prescrive farmaci anti – ipertensivi sicuramente ma non lo invia al nutrizionista per la consulenza, come conseguenza la persona non sa che deve mangiare, e ha un consumo di sale (sodio) di quello che dovrebbe dopo un mese il medico vede che non ci sono miglioramenti significativi dei livelli di pressione arteriosa quindi si pensa che la persona non prende le medicini come prescrite ma la realtà è che se la persona non controlla il sodio nella alimentazione e inizia la attività fisica, sarà difficile portare a livelli normali la pressione arteriosa. Più grave se la persona oltre alla ipertensione soffre di diabete , obesità o soprappeso perche aumentano i fattori di rischio.

Nelle case di cura in Italia, raramente vedremo che il nutrizionista visita ogni paziente per adeguare i pasti secondo la malattia e fabbisogno di ogni uno. Si evidenziano pasti uguale per tutti, poco controllati nutrizionalmente. Questo mostra la poca importanza che se li da alla Nutrizione come scienza medica.

A livello mondiale si è stabilito l’importanza di avere un team medico più vario, finiti i tempi dove la figura del medico di famiglia faceva di tutto, oggi giorno ogni specialista si approfondì di più e cosi vediamo per esempio medici oftalmologo con sub specialità in Cornea, o un gastroenterologo sub specialisti in fegato, perche il corpo umano è tal mente complesso che la scienza ogni giorno scopre più e abbiamo più sub specialisti.
Attendere e valutare un paziente con un team medico multidisciplinario risulta in un miglior risultato per il miglioramento del paziente e si evidenziano meno errori tanto nella diagnosi come nella terapia.

L’Italia deve ancora dare un passo in avanti su questo modo di lavoro. Il nutrizionista deve essere incluso nel team medico, nelle riviste mediche, nelle discussione di un caso clinico, specialmente quando si devono prendere importanti decisioni sulla terapia farmaco – nutrienti del paziente, o nelle terapie di nutrizione enterale ed parenterale, o nelle terapie nutrizionali domiciliari.

Malattie più frequenti che devono essere seguite per un Nutrizionista – Dietista.

Diabete Mellitus.
Diabete Gestazionale.
Ipertensione Arteriosa.
Cardiopatia
Dislipidemia
Obesità
Soprappeso
Sindrome Metabolica
Cancro
AIDS
Anoressia
Bulimia
Malnutrizione.
Gastrite
Morbo di Chron
Polipo Intestinali
Intolleranze Alimentare
Stitichezza
Diarrea
Sindrome di colon irritabile
Ulcera gastrica
Malattie dal fegato: cirrosi epatica.
Osteoporosi, artrosi
Orticaria
Gotta
Problemi di metabolismo.
Insufficienza renale
Insufficienza respiratoria.

Come collabora il Nutrizionista con l’altri specialisti?.

Con l’internista: il medico internista ha la responsabilità di realizzare una valutazione completa e generale del paziente, determinare certe possibili malattie che può medicare ed iniziare la terapia, può inviare al paziente a realizzare altri prelievi per screening, e può riferire il paziente ad altri specialisti secondo le patologie se il caso è severo o richiede uno specialista. Quando ci troviamo pazienti con problemi di ipertensione, il medico internista deve mediare ed inviare consulenza al nutrizionista per valutare lo stato nutrizionale, conoscere gli abitudini alimentari del paziente che possano stare possibilmente causando o peggiorando il problema d’ipertensione ed creare la dieta o piano di menù adatto alle condizioni del paziente. Lo stesso succederà quando il medico troverà pazienti con dislipidemia (aumento di colesterolo e trigliceridi nel sangue), pazienti obesi o con soprappeso, paziente con cardiopatia, il diabetico, ecc
Il Nutrizionista deve lavorare come parte del team medico per migliorare le condizioni del paziente e migliorare la qualità di vita a traverso l’alimentazione.


Con il Gastroenterologo: delle malattie più relazionate con la alimentazione sono quelli del tratto gastrointestinali, non c’e malattia gastrica o intestinale che non abbia il bisogno di essere valutato per il nutrizionista. Le malattie più comune che devono essere trattati per il medico gastroenterolo e il nutrizionista sono: gastrite, ulcere gastriche, reflusso gastroesofageo, la malattia infiammatoria intestinale, l’epatite, il sindrome di intestino irritabile, le emorroide, cirrosi epatica, la pancreatici, il morbo celiaco,

Con l’oncologo: il paziente con cancro muore malnutrito perche il cancro aumenta in tal grado il fabbisogno delle proteine e vitamine che la persona per ingesta non arriva a coprire, considerando pure il fatto che chi si trova sotto terapia di radioterapia e/o chemioterapia ha diminuito l’appetito, quindi peggiora lo status nutrizionale peggiorando le speranze di vita del paziente.

Con il pediatra: il secondo periodo dove la alimentazione è più importante per la crescita è sviluppo è dalla nascita fino alla adolescenza, la nutrizione e i bambini sono vincolate per la sua importanza. L’alimentazione e la base di una crescita adeguata e di uno sviluppo a tempo e dentro i parametri che si considerano normali.

Con il ginecologo: la donna in gestazione deve essere seguita da un nutrizionista dal inizio fino alla fine della gestazione per garantire il adeguato aumento di peso della mamma e del bambino. Caso speciali le donne con diabete gestazionale, pre eclampsia, eclampsia, ed altre fattori di rischio.

Con il dermatologo: i casi di orticaria e intolleranze alimentari devono essere trattati non solo con farmaci ma pure con la dieta di rotazione e eliminazione. Altre malattie della cute che devono essere trattati nutrizionalmente sono: la psoriasi,ed il melanoma.

Con il reumatologo: deve lavorare insieme al nutrizionista nei pazienti con le artriti, con la fibromialgia, l’osteoporosi, la gotta, l’osteomielite, la distrofia muscolare, e le neoplasie ossee.

Con il Neurologo: il neurologo deve lavorare integralmente con il nutrizionista nel caso di deterioramento della memoria, l’epilessia, la meningite, il Parkinson, la sclerosi multipla, la sindrome di Guillain – Barrè, la malattia di Creutzfedt – jacob, la miastenia grave, e le neoplasie cerebrali.

Con il Neumonologo: nelle neoplasie di polmone, la tubercolosi, la neumonia, la fibrosi cistica,le ostruzioni delle vie aeree.

Con il cardiologo: il nutrizionista ha molto vincolo, devono trattare insieme i problemi di patologie di aterosclerosi, dislipidemia, insufficienza cardiaca congestiva, l’ipertensione arteriosa, i disturbi venosi, l’edema, e la cardiomiopatia.

Quindi come ancora si può pensare che il nutrizionista o dietista è solo una persona che fa dimagrire la gente se ha una funzione cosi importante dentro della medicina e la guarigione dei pazienti?.

Dobbiamo riflettere su questo, tanto medici generali come specialisti, e la popolazione in generale che deve prendersi cura di se stessi.

Frutas Secas No Menu

Sao saudáveis e ajudam a driblar a fome a qualquer hora. Só nao dá para abusar na quantidade: ao perder água, a fruta concentra carboidrato. " Uma unidade da desidratada contém as mesmas calorias de uma unidade da fruta fresca. Como fica menor, porém, a seca "engana" mas nao é um petisco que se possa comer á vontade".

A boa medida de um lanche, por exemplo, gira em torno de 80 a 100 calorias, o equivalente a un pacontinho de fruitCo. o mais calórico (94 cal) e o de pera o mais magro tem 96 calorias.

A porcao certa também vem pronta nos minipacotes de banana, maca e abacaxi secos (cerca de 70 cal) da Presea. Já nos 150 g da BioSnack, o mix de frutas secas organicas tem manga, banana, abacaxi, mamao, e maca, para nao exagerar no lanche, separe porcoes de 20 g = 80 cal.

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miércoles, 4 de febrero de 2009

INFORMACIÓN NUTRICIONAL PARA PACIENTES POSTOPERATORIO DE BANDA GASTRICA



El tratamiento nutricional forma parte de la atención multidisciplinaria que recibe el paciente con sobrepeso u Obesidad que acude a nuestro Centro.

El primer contacto que tiene el paciente con el Nutricionista es anterior a su operación. En la primera entrevista se realiza una historia clínica – nutricional personalizada y detallada del paciente. La cual nos permite determinar cuáles son los hábitos alimentarios del paciente, la frecuencia de consumo de algunos alimentos, y los datos antropométricos del mismo (Peso, Talla, IMC, % de grasa, % de masa muscular, cintura, cadera , índice cintura cadera, índice de conicidad, % de peso ideal, peso ideal, peso sugerido), con el fin de obtener un diagnóstico nutricional antropométrico.
Una vez culminada la evaluación, el paciente se lleva las recomendaciones en el tipo de alimentación que deberá llevar los primeros 15 días posteriores a su intervención. En el caso que el paciente no sea candidato a cirugía, se lleva un régimen nutricional personalizado, el cual debe ser acompañado de el apoyo psicológico y monitorizado semanal o quincenalmente según sea el caso.

Una vez que el paciente se somete a la cirugía de banda gástrica, el paciente inicia la primera etapa de líquidos libre de carbohidratos de rápida absorción, para posteriormente posterior a una nueva evaluación con el Nutricionista iniciar la etapa de dieta tipo puré, la cual constituye el primer contacto de alimentos semi -sólidos posterior a la operación, etapa donde se sugiere una buena masticación, y llevar bocados pequeños a la boca, lo cual puede facilitarse si se utilizan cubiertos de bebe.
Por último y posterior a una nueva evaluación con el nutricionista, se introducen los sólidos. Es importante destacar que a pesar de no existir una dieta como tal para el paciente sometido a este tipo de cirugía, la atención con el nutricionista es de suma importancia, este profesional de la salud le indicará como debe alimentarse adecuadamente para garantizar una pérdida de peso satisfactoria en el tiempo previsto a la vez que se mantiene un excelente estado nutricional.


¿Qué sucede con los macro y micro nutrientes posterior a este tipo de intervención?


La nutrición humana tiene muchos componentes. Se llama macronutrientes a las proteínas, lípidos (grasas) y los carbohidratos, porque son los que se requieren en mayor porcentaje y los micronutrientes son las vitaminas y minerales y oligoelementos, que se requieren en pequeñas cantidades. Todos estos componentes son de vital importancia en el marco general de la nutrición.

Proteínas: Las proteínas forman parte de una buena alimentación. Las proteínas son el material con que se construye la estructura del cuerpo. Se desdobla en aminoácidos y éstos constituyen la base para la síntesis de las partes corporales: huesos y músculos, piel y cerebro. La cantidad de proteínas necesarias posterior a la cirugía siguen siendo de 1 gramo por kilogramo de peso corporal ideal lo que corresponde a un promedio de 50 – 60 grs. de proteínas diarias.

Lípidos: Son ácidos grasos las cuales se dividen en monoglicéridos, diglicéridos, triacilgliceridos y ácidos grasos libres. El paciente posterior a la cirugía siente un rechazo natural por las grasas saturadas (frituras, mayonesas, cremas muy grasosas, margarina, mantequilla, cochino, etc.). Su aporte es del 30% del requerimiento calórico total.

Carbohidratos: Los carbohidratos constituyen la fuente de energía más importante en la dieta. Estos se dividen en carbohidratos complejos (pan, pasta, arroz, plátano, batata, ñame, ocumo, casabe), y los simples (azúcares). Posterior a la cirugía se recomienda ingerir 150 grs. de carbohidratos complejos y sustituir los simples por edulcorantes.

Vitaminas, Minerales, Oligoelementos: No se requiere inyectar o suplementar vitaminas, minerales u oligoelementos vía oral. Esta operación no interviene en el proceso fisiológico de la absorción.

¿Cuál es la capacidad gástrica posterior a la intervención?

El estomago en estado normal (adulto)tiene una capacidad de 1200 cc equivalente a 40 onzas (5 tazas), con la banda gástrica la capacidad del reservorio se reduce a 30 cc (1/8 de taza).

¿Cuáles son los cambios en los hábitos alimentarios que se deben realizar posterior a la colocación de la banda?

1.Se debe comer LENTAMENTE, el tiempo de comida debe de ser de 30 – 45 minutos.

2.Se debe masticar muy bien los alimentos, para saber si lo estas haciendo bien debes contar hasta 30 masticando luego puedes deglutir. Reacuérdales a tus familiares, amigos y compañeros de trabajo o estudio que debes comer despacio por tu buena salud y que no deben apresurarte.
3.Debes comer en lugares tranquilos, relajados, sin ruidos, ni Tv.
4. Los trozos de alimentos que lleves a la boca deben de ser pequeños. Tal vez te sea de utilidad comer con cubiertos de bebe.
5. Se debe consumir el agua por separado de los alimentos, es decir por lo menos una hora antes o después de haber ingerido alimentos, y nunca con los alimentos. La cantidad de agua a consumir es a libre demanda dependerá de cuando Ud sienta la necesidad de tomar agua, lo ideal son 6 – 8 vasos diarios para mantenerte adecuadamente hidratado.
6. Los síntomas mas comunes de saciedad o llenura post- prandial (después de haber comido) son: sensación de presión en abdomen o tórax, dolor a nivel del pecho, nauseas, vómitos, reflujo, acidez; si experimentas alguno de estos síntomas no sigas consumiendo alimentos camina por un rato. Si los síntomas persisten contacte a su Nutricionista.
7. No se recueste ni se acueste a dormir inmediatamente después de comer.
8. Se deben realizar tres (3) comidas principales: Desayuno – Almuerzo y Cena. No se debe faltar a ninguna de ellas. Deben ser organizadas y a la misma hora todos los días.
9. Debes seguir una alimentación equilibrada y variada, de buena calidad que garantice el adecuado aporte de macronutrientes (proteínas, grasas, Carbohidratos) y de micronutrientes (vitaminas, minerales y oligoelementos). Acuérdese que la cantidad de alimentos que puede ahora consumir es muy poca y debe ser de muy buena calidad nutricional es decir no a base de alimentos ricos en calorías vacías (refrescos, chulerías, comidas rápidas, postres, etc.).
10. Recuerde comenzar su actividad física y mantenerla, es sumamente importante para lograr éxito en la perdida de peso.

¿Cuántos controles debo tener con el Nutricionista?

La primera evaluación es la inicial la cual debe ser anterior a la intervención, el segundo control es a los 6 – 8 días posteriores a la intervención, el tercer control es a los 15 días de la operación, posteriormente los controles son mensuales.

¿Siento saciedad con tan poca cantidad de alimentos?

Sí. El alimento llega al reservorio el cual funciona como un reloj de arena por lo cual mientras no se vacíe la persona no vuelve a sentir sensación de hambre.

TIPS PARA PERDER PESO



Para ayudarse en la pérdida de peso, siga estos tips, verá que le serán de gran ayuda:




  • Establezca una meta de peso.


  • Disminuya el consumo de grasas…. Recuerda que es mejor hornear, cocinar a la plancha o guisar que freír o empalizar las carnes y preparaciones. También puede optar por productos bajos en grasa, tales como quesos blancos, leche o yogurt descremado.


  • Incremente el consumo de frutas: consúmalas en cada comida y puede hacer meriendas con ellas a media mañana y media tarde.


  • Incorpore vegetales en el almuerzo y la cena todos los días, ya que son bajos en calorías, y además son una excelente fuente de vitaminas, minerales, fotoquímicos y fibra. Dan mayor sensación de saciedad y ayudan a mejorar la memoria.


  • No abuse de las harinas (carbohidratos complejos): no significa que las debe suprimir del todo de la dieta. Lo más recomendable es consumirlas en porciones pequeñas.


  • Tome suficiente líquido. La recomendación de 8 vasos diarios siempre sirve de mucha ayuda.


  • También puede preparar sus jugos con edulcorante preferiblemente Splenda y no utilizar azúcar refinada ni morena, miel, papelón, etc.


  • Realice actividad física. No importa el tipo de ejercicio, pero el mantenerse activo proporciona la perdida de peso en forma de grasa.


  • No se pese constantemente. El estarse pesando todos los días puede mas bien desmotivarlo si acaso su pérdida de peso aun no es notoria.


  • Coma más y pese menos: comerse sólo una galleta puede sabotear todo su esfuerzo. Mejor siga la regla de los tres alimentos: cada vez que devore un snack, coma tres cosas, cada una tiene que venir de un grupo alimentario diferente: proteínas, carbohidratos y frutas. Por ejemplo, acompañe esa galleta con leche y una manzana. Comerá menos entre comidas y esos grandes snacks se convertirán en comidas más pequeñas y por supuesta, sus medidas también se reducirán.


  • Por último busque apoyo. Según un estudio reciente las personas que hacen dietas solas tienen mas hormonas de estrés, menor capacidad de concentración y menor voluntad por ello es importante el apoyo psicológico.

TÉCNICAS PARA PERDER GRASA CORPORAL



CAMINATAS: Andar es el mejor amigo de los culturistas. No nos referimos a desplazarse desde el sofá hasta el microondas, sino a caminar con ritmo vivo al aire libre o en una cinta. Se trata de la actividad aeróbica perfecta para esos deportistas porque quema grasa sin tocar el tamaño muscular Andar no tiene tantos efectos negativos en los músculos como correr o hacer dieta. Si os marcáis un plazo aceptable, obtendréis buenos resultados. Procurad realizad tres o cuatro sesiones semanales de entre 30 y 60 minutos a paso rápido. Si es posible, alargadlas ligeramente los fines de semana. Si subís pendientes, quemaréis aún más calorías. Animad a vuestra pareja y haced de esas caminatas una actividad con la que ambos disfrutéis y os pongáis en forma.

UNA DIETA RICA EN FIBRA: Andar constituye una estrategia excelente para perder grasa, pero podéis potenciar sus efectos introduciendo un sencillo cambio en vuestra alimentación: tomad más fibra. Casi con toda seguridad, no ingerís la cantidad suficiente. La mayoría de las personas no consume ni la mitad de la que los expertos en nutrición consideran necesaria para gozar de un buen estado de salud. Numerosos culturistas se preocupan de tomar grandes cantidades de claras de huevos, atún y batidos de proteínas, pero no entre los 20 y los 40 gramos diarios de fibra recomendados para garantizar un correcto funcionamiento del organismo. Pero la fibra posee propiedades adicionales. De hecho, se trata de una ayuda magnífica para perder grasa. En este sentido, destacan, por una parte, su capacidad para bloquear la absorción de la grasa y, por otra, su escaso aporte energético. Si sustituís los productos ricos en calorías (azúcares y diversos tipos de grasas) por alimentos fibrosos, aceleraréis la pérdida de grasa. Algunos de ellos tienen incluso un valor calórico casi nulo como consecuencia de la acción térmica del proceso digestivo. Además, los expertos en nutrición señalan que la fibra retrasa el vaciado gástrico, lo que proporciona una sensación de saciedad que ayuda a evitar tentaciones y excesos calóricos que puedan transformarse en grasa corporal. ¿En dónde se consigue la fibra?: Alfalfa, Afrecho, Frutas enteras con conchas, vegetales.

SIN PRISA, PERO SIN PAUSA: En la tercera y última pauta —paciencia y constancia— radica el auténtico secreto del éxito de cualquier programa de eliminación de grasa. Según las autoridades sanitarias estadounidenses, casi todas las personas que se someten a dietas de choque acaban recuperando más peso del que pierden. Si os fijáis un plazo muy breve para alcanzar vuestro objetivo, fracasaréis. La única manera de perder siete kilos al instante es cortarse la cabeza. No hagáis caso de la publicidad: la grasa no desaparece como por arte de magia. De hecho, los expertos en nutrición sostienen que lo mejor es bajar entre medio kilo y un kilo a la semana. Existen dos razones para ello:1. Cuando se adelgaza poco a poco, resulta más fácil mantenerse.2. Por lo general, los regímenes excesivamente rápidos y radicales se llevan consigo porcentaje sustancial de masa muscular.Ya sabéis que las prisas son malas consejeras, así que tranquilos. Lo conseguiréis. Puede que no obtengáis resultados a la misma velocidad que aquellos que prefieren seguir las dietas radicales de a moda o dejarse las piernas en el asfalto, pero cuando aparezcan estaréis mucho mejor (sin ese aspecto enjuto que caracteriza quienes incurren en ese tipo de excesos temporales) y de forma permanente.Para perder grasa, no necesitáis técnicas ni hierbas milagrosas. Bastan tres pautas muy sencillas: andar con regularidad, tomar más fibra en lugar de azúcares y grasas malas (las trans) y ser constante. Con ellas, no sólo os libraréis de los kilos de más, sino que protegeréis la masa muscular.

Objetivos a cambiar en tu vida desde que comienzas el programa de pérdida de peso.




  1. 1. Camina lo más que puedas y utiliza menos el automóvil, el bus o el subterráneo. Camina hacia tu trabajo, hacia el supermercado, a llevar a los niños a la escuela, etc.


  2. 2. Cambia la leche y yogurt completos por descremados, es decir bajos en grasas.


  3. 3. Reduce el numero de horas que te la pasas sentado (a) y realiza otras actividades de recreación tales como: bailoterapias, danza árabe, subir el Ávila, etc.


  4. 4. Camina en la hora que tienes de almuerzo o en tus descansos de trabajo.


  5. Bebe 1 vaso de agua antes de la comida.


  6. Come la mitad de tu postre.


  7. Haz una caminata familiar después de la cena para no acostarte inmediatamente después.


  8. Incrementa la fibra dietética en tu alimentación incluyendo en tu alimentación diaria: alfalfa, afrecho, germen de trigo, avena en hojuelas.


  9. Reúne un grupo de amigos (as) para ejercitarse juntos, hacer ejercicios en compañía hace de la actividad algo mas placentero.


  10. Cambia los refrescos normales por refrescos Light.


  11. Ve reduciendo las porciones de tus comidas.


  12. No comas la cena mas allá de las 8 p.m


  13. Evita estar comiendo golosinas “picando” a cada momento.


  14. Elige siempre las preparaciones mas sanas cuando vayas a un buffet.
    15. Prefiere siempre a la plancha, al vapor en vez de frito.
    16. Pasea a tu perro eso te hará caminar mas en el día.
    17. Utiliza aceites vegetales en vez de aceites grasos saturados, es decir prefiere el aceite de canola, oliva, maíz, girasol en vez de margarina, mantequilla, mayonesa, etc.
    18. Consume más zanahorias y menos tortas.
    19. Lava el carro a mano y no en el auto lavado, te hará quemar más calorías.
    20. No saltes a las comidas, haz tu buen desayuno, almuerzo y cena y merienda con yogurt descremado y frutas, o galletas de soda y quesos blancos bajo en grasas.
    21. Haz las hamburguesas en casa con carne o pollo a la plancha y magra ( un corte no grasoso), utiliza salsa de tomate natural y no comercial.
    22. Si el clima no te permite salir a caminar haz ejercicios en casa con videos.
    23. Come siempre a las mismas horas
    24. Prefiere siempre fruta como postre
    25. Modera el consumo de bebidas alcohólicas especialmente las cervezas.
    26. Sube escaleras en vez de tomar el ascensor o las escaleras mecánicas.
    27. Come siempre antes de ir al supermercado a comprar tus víveres.
    28. haz una lista antes de salir de compra al supermercado para que no adquieras productos que no vas a necesitar, especialmente las galletas dulces y otros alimentos hipercaloricos.
    29. Prefiere siempre jugos de frutas naturales en vez de artificiales con azúcar. Endulza tus jugos con Edulcorantes artificiales.

    30. No consumas la piel del pollo.
    31. No saltes el desayuno
    32. Para de comer cuando ya no sientas hambre.
    33. Prefiere siempre cereales tipo muslies sin azúcar en vez de aquellos con azúcar, o miel. Ej. Special k de maíz y no el de arroz.
    34. Siempre consume los alimentos que en su etiqueta nutricional refiera ser menos calórico.
    35. No adereces con mayonesa utiliza aderezos Light, vinagretas.
    36. Bebe de 5 a 8 vasos de agua diario.
    37. No te peses diariamente, hazlo cuando vayas a la consulta con tu nutricionista.

PEQUEÑOS PASOS PARA LOGRAR UNA PERDIDA DE PESO EXITOSA




Planteamiento de objetivos

Establécete pequeñas metas que sean alcanzables y luego cuando ya las hayas cumplidos poder cambiar esas metas por otras más difíciles.
Comienza anotando las metas más fáciles en un cuaderno, ejemplo de estas metas son:

• Ingerir de 3 a 6 raciones diarias de frutas.
• Ingerir de 2 a 4 raciones de vegetales diarias.
• Eliminar el consumo de frituras y grasas saturadas (margarina, mantequilla, mayonesa, mantequilla de maní, cheese whiz, queso crema, crema de leche.
• Eliminar el azúcar blanco y/o morena, miel, papelón por edulcorantes artificiales. El màs recomendado por mi: Splenda®.
• Consumir màs granos que otras harinas (pan, papa, yuca, plátano, pasta, arroz).
• Consume diariamente alimentos de cada grupo de alimentos.
• Comienza la actividad física que tanto tienes abandonada… no es necesario que hagas una actividad extrema o asistir al gimnasio …. Tan solo con caminar 1 hora diarias mínimo 3 veces por semana será suficiente para comenzar a activar tu metabolismo.

Y recuerda:

 No puedes establecer metas poco realistas ya que no las cumplirás… por ende te sentirás frustrada (o) y dejaras el programa de perdida de peso.
 Comienza poco a poco , toma tu tiempo, ve a tu ritmo
 No importa cuanto tiempo te tome alcanzar tus metas, lo importante es alcanzarlas y mantenerlas
 Al cumplir con tus metas cambiaras tu estilo de vida y eso permanecerá para toda tu vida.

¿QUÉ ES EL COLESTEROL?


¿QUÉ ES EL COLESTEROL?

El colesterol es una sustancia grasa presente en la sangre. Sólo se encuentra en los tejidos animales, es decir, tanto en alimentos de origen animal que ingerimos como en nuestro propio organismo, que es capaz de sintetizarlo por su cuenta.

FUNCIONES DEL COLESTEROL

Componente esencial de células del organismo.
Componente de las neuronas cerebrales.
Participa en la producción de ácidos biliares cuya formación es un mecanismo para eliminar por la bilis el exceso de colesterol en el organismo.
Forma parte del núcleo de las hormonas (sexuales, corticoesteroides, etc.)
Responsable de las hormonas de fertilidad y de las características femeninas y masculinas.
Interviene en la transformación de la luz del sol en vitamina D (importante para los huesos).


¿ES MALO EL COLESTEROL?

El colesterol no es malo en sí. Más bien puede afirmarse lo contrario por las funciones vitales que realiza. El problema surge cuando hay un exceso que al circular, tiene la particularidad de adherirse a las paredes interiores de los vasos sanguíneos, dificultando el paso de la sangre y formando el ateroma o placa arteroesclerótica arterial.


¿CUÁLES SON LOS NIVELES EN SANGRE DE COLESTEROL Y TRIGLICERIDOS CONSIDERADOS ÓPTIMOS Y CUÁLES ENTRAN EN CATEGORIAS DE RIESGO?


Colesterol total en sangre(mg/dl)
Óptimo <> 250


Colesterol LDL
Óptimo 130
Limite alto 130 - 159
Alto > 160


Colesterol HDL
Se considera categoría de riesgo <>

Triglicéridos
Óptimo <> 500


RECOMENDACIONES PARA DISMINUIR EL COLESTEROL EN SANGRE

GRASAS:

Para una contradicción, pero el mejor aliado para luchar contra el colesterol es la grasa. Las “buenas” grasas, que tienen en común su riqueza en ciertos ácidos insaturados presentes en algunos vegetales y en el pescado azul.

ACEITE DE PESCADO:

Sus ácidos grasos de la serie Omega 3 (EPA y DHA) parecen estar implicados en le hecho de que los esquimales mantengan una baja incidencia de enfermedad coronaria pese a que en su dieta haya poca verdura y fruta, pero sí mucho pescado graso. Los ácidos grasos omega 3 tienen efectos beneficiosos prácticamente en todo el organismo, sobre todo porque favorece la formación de unas sustancias vasodilatadoras y antitrombóticas claramente beneficiosas para el corazón y las arterias.

ACEITE DE GERMEN DE TRIGO

Aunque todavía existan pocos estudios al respecto, se ha apuntado el beneficioso efecto del aceite de germen de trigo sobre los niveles de HDL. Ello puede explicarse por sus ácidos grasos poliinsaturados y la lecitina que contiene. A esto hay que añadir que el aceite de germen de trigo es la fuente natural más rica en vitamina E, una de las vitaminas antioxidantes con mayor acción antiateroesclerosis.

LECITINA DE SOYA:

Es un fosfolípido aislado de la semilla de soja que actúa como emulgente natural de las grasas, facilitando tanto su digestión como su transporte. Uno de los estudios más importantes sobre sus efectos, realizado en Israel, demostró que el consumo diario de 12 gramos de lecitina de soja reduce el colesterol y los triglicéridos en sangre en un 25%, al tiempo que reproduce un significativo aumento del colesterol “bueno” HDL.

FITOESTEROL:

Es una sustancia vegetal presente en algunos vegetales (habitualmente en nuestra dieta), que disminuye la absorción del colesterol en el tubo digestivo. Los alimentos más ricos son: vegetales verdes y amarillos especialmente las semillas de calabaza.

ACEITE DE AJO:

En su libro “La Nueva Supernutrición”, Richard A. Passwater afirma que “el ajo” reduce los niveles de colesterol total y los triglicéridos en un 10 o un 30% y aumenta los niveles de colesterol HDL hasta un 30%. Además el ajo tiene un efecto vasodilatador que explica su capacidad de reducir la tensión. Estos dos efectos lo convierten en un importante aliado en la lucha contra la arterosclerosis.


FIBRA:
La fibra soluble atrapa y arrastra los ácidos biliares y el colesterol, reduciendo así su absorción y favoreciendo su eliminación por las heces. Al favorecer la eliminación de los ácidos biliares, se destina más colesterol para fabricar nuevo. Además de hallarse en alimentos como las legumbres o las manzanas y otras frutas (pectinas), existen suplementos que la concentran.

SALVADO DE AVENA:

Contiene un tipo de fibra soluble que tiene el poder de fijar o atrapar las grasas dentro del tubo digestivo, impidiendo que se absorban y pasen a la circulación. De este modo contribuye a no engordar y a reducir el colesterol en sangre. Se calcula que unos 30 gramos diarios son suficientes para obtener un 17% de reducción del colesterol en sangre. El salvado de avena es recomendable para las personas que asocian la hipercolesterolemia con sobrepeso y obesidad. También ayuda a regular el tránsito intestinal.

GOMA GUAR Y GLUCOMANANA:

Son otros tipos de fibra soluble que reducen el colesterol total, los niveles de LDL y los triglicéridos. La goma está presente en suplementos elaborados a partr de determinadas semillas trituradas. La glucomanana sale de la raíz de dicha planta. Son también un buen recurso en dietas adelgazantes.

SEMILLA DE LINO:

Las semillas de lino contienen tambièn una gran cantidad de fibra soluble en forma de mucílagos, además de ser muy ricas en ácidos grasos poliinsaturados, una combinación que resulta muy buena para mantener unos niveles adecuados de colesterol en sangre.


PREVENCIÒN Y TRATAMIENTO DE LA DISLIPIDEMIA
(NIVELES ELEVADOS EN SANGRE DE COLESTEROL Y TRIGLICÉRIDOS)


Realizar una correcta distribución de las fuentes de energía que aportan los alimentos en nuestra alimentación diaria, de tal forma que el total calórico proceda:

50 – 60% de hidratos de carbono
10 – 20% de proteínas
30% de grasas.

Es importante respetar una porción equilibrada entre los tres tipos de grasas: saturadas, monoinsaturadas, y poliiinsaturadas. Las grasas insaturadas han de constituir el doble que las saturadas:

10% grasas saturadas (grasas animales: vacuno, cerdo, cordero, aves y aceite de coco).

20% grasas insaturadas, de las cuales:

- 10% monoinsaturadas (aceite de oliva)
- 10% poliiinsaturadas (aceite maíz, girasol, oliva)

ATENCIÓN: muchas grasas saturadas se ingieren sin que casi nos demos cuenta. Están presentes en la yema de huevos, lácteos enteros (leche y yogurt completos), embutidos, charcutería, pastelería, dulces, cremas, natas entre otros; es decir, estos alimentos son portadores de grasas ocultas.

Consumo de frutas: especialmente la manzana, se ha demostrado que las personas que consumen de 2 a 3 manzanas diarias disminuyen en un 20% en los niveles de colesterol en sangre. Este efecto benéfico se le atribuye al efecto de la fibra dietética contenida en las frutas.

Consumir alimentos ricos en Omega – 3, presentes sobre todos en pescados azules, que ayudan a reducir el nivel de colesterol en sangre especialmente la fracción dañina el LDL – colesterol.

El ajo y la cebolla no pueden faltan en la alimentación diaria de las personas que sufren de dislipidemia, debido a su alto contenido en flavonoides y compuestos organosulfurados que son antioxidantes y anticancerígenas. El ajo también reduce los niveles de colesterol y tiene acción vasodilatadora y antiagregantes plaquetarios (evita coágulos en las arterias ).

Mantener un peso adecuado: el sobrepeso constituye un factor de riesgo para la cardiopatía isquémica sobre todo si este aumento se da en la etapa adulta.

Fuente: J. Olivan Martínez. Niveles deseables de lípidos plasmáticos y lipoproteínas en el adulto. Colesterol 1991.
Fuente_

¡CUIDADO CON LA DIETA DE LOS PUNTOS!



Sin lugar a duda hacemos lo que sea por bajar de peso, sino pregúnteselo a cualquiera de los hombres y mujeres que desde su infancia han luchado y siguen luchando incesantemente para encontrar la dieta que los libere para siempre de su sobrepeso. Pero… ¿Qué buscan el 99% de las personas que desean bajar de peso?.....


Buscan una solución “mágica”, “rápida”, “que no dure mucho”, “que se logre con poco esfuerzo”, “que se coma mucho y rico y aun así pueda perder peso” …..


Es entonces cuando se caen en dietas temporales de moda que no les resuelven el problema y muchas veces pasan de estar sanos a ser personas con alteraciones de la salud, un ejemplo actual de esto es la tan famosa dieta Atkins (Norteamericana) en su versión nacional la muy nombrada Dieta de los Puntos.


¿Qué es la dieta de los Puntos?


Es un régimen de adelgazamiento sencillo; diseñado por el Dr. Robert Atkins en 1972, en Estados Unidos, este régimen fue y sigue siendo muy famosa, ya que puedes comer y beber todo lo que te gusta con la única premisa de no excederte en los puntos. El planteamiento es muy fácil de seguir, ya que cada alimento tiene una puntuación y, dependiendo del peso y la altura, podrá consumirse un determinado número de puntos al día. Aproximadamente los cálculos se hacen así. Por ejemplo, una mujer entre 61 y 70 kilos y de estatura media, no debería sobrepasar los 18 puntos al día, entre 71 y 80 kilos los 20 puntos, entre 81 y 90 kilos los 22 puntos, y así sucesivamente. Para un hombre en cambio, se establece una base de 26 puntos hasta los 80 kilos y partir de aquí cada nueve kilos que se aumente se sumarán dos puntos.

El principio de esta dieta es la misma de una dieta cetogènica, es decir son dietas ricas en grasas y proteínas y muy bajas en carbohidratos. Este régimen sigue una proporción de 3:1 ò 4:1 de grasa a carbohidratos. El 60% del aporte de grasas es en forma de triglicéridos, el resto lo conforman 10% de otras grasas (saturadas y colesterol), el 10% proteínas y un 20 % de carbohidratos. Mientras que la proporción normal para una persona es 20% proteínas, 30% grasas monoinsaturadas (y no en forma de colesterol y triglicéridos), y un 50% de carbohidratos complejos.

¿Por qué es tan atractiva ésta dieta?


La dieta Atkins ò de los Puntos, se torno tan famosa en varios lugares del mundo, por su promesa de bajar de forma rápida y fácil de peso comiendo alimentos que otras dietas prohíben como es el caso de los alimentos ricos en grasas saturadas y colesterol. Ejemplo: Carnes rojas, embutidos, huevos, frituras, hamburguesas, aceites, mayonesa, manteca, crema de leche, yogurt completo, leche entera,


Efectos negativos de esta dieta



  1. Es una dieta poco equilibrada y poco variada.


  2. Produce Cetosis


  3. Conlleva peligros para la salud de la persona que la realiza


  4. Produce dislipidemia (aumento de colesterol y triglicéridos)


  5. Aumenta el riesgo de enfermedad cardiovascular.


  6. No es una dieta estandarizada, cada referencia posee diferentes puntos para el mismo alimento.


  7. El peso se recupera con la misma velocidad con la que fueron perdidos por la dieta.


  8. Produce hipoglicemia en algunas personas (disminución de los niveles de azúcar en la sangre) debido a su bajo aporte en carbohidratos.


  9. No puede ser seguida por largo tiempo


  10. Requiere ser suplementada con calcio, Vitamina D, Folacina, Vitamina B6 y Vitamina B12.


  11. Produce estreñimiento, debido al bajo aporte de fibra dietética.


  12. Aumenta los valores de ácido úrico


  13. Aumenta el riesgo a padecer de cáncer de colon debido al aporte de grasas saturadas y el bajo aporte de fibra dietética.


  14. Produce mareos, debilidad y desgaste muscular debido al bajo aporte de carbohidratos.


  15. Aumenta la excreción urinaria de calcio trayendo como consecuencia mayor riesgo a formación de litiasis renal, y a sufrir de osteoporosis / osteopenia.


  16. Mal aliento (haliatosis).

    La razón más importante para no realizar esta dieta:

    De acuerdo con el Wall Street Journal, el propio Dr. Atkins tuvo un historial de ataque cardiaco, insuficiencia cardiaca e hipertensión, y estaba obeso cuando murió a los 72 años por una lesión en la cabeza al resbalar, aunque sus defensores indicaron que sus problemas de salud no tenían conexión con la dieta que seguía.

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Dott.ssa Rosisella Puglisi


Nutrizionista / Dietista


Master Nutrizione Clinica

LA MALNUTRIZIONE NEL TUMORE




Nei pazienti con malattia tumorale in stadio avanzato la malnutrizione proteico-calorica è un problema ricorrente, dovuto a fattori quali una forma di anoressia che si instaura, a maldigestione, a malassorbimento e a difficoltà di masticazione e di deglutizione. Si dovrebbero fornire cibi che, consumati in quantità sufficienti a coprire i fabbisogni proteici e calorici, mirino a correggere i deficit nutrizionali e rendano minime le riduzioni ponderali. Il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale inoltre può ridurre le complicanze legate alla terapia oncologica contribuendo al benessere del paziente. Per questo la terapia nutrizionale rappresenta una parte fondamentale del trattamento del paziente oncologico.


Effetti nutrizionali del cancro


La più comune diagnosi secondaria nei pazienti neoplastici è la malnutrizione proteico-calorica, meno pronunciata nelle pazienti con tumore della mammella, tendenzialmente più grave in pazienti con tumori del capo e del collo, gastrici, del pancreas, del polmone, del colon e dell'ovaio. La presenza di malnutrizione associata al cancro è un segno prognostico negativo, ovvero ha effetti negativi sull'evoluzione della malattia.

La malnutrizione interferisce negativamente con l'immunocompetenza umorale e cellulare, ma non solo: anche con le funzioni tessutali e quelle riparative. L'alterazione della funzionalità epatica può inoltre cambiare il metabolismo dei farmaci. Per tale ragione la malnutrizione può interferire con la terapia oncologica ed aumentare la severità degli effetti collaterali.


I pazienti malnutriti non sono in grado di tollerare la terapia chirurgica, la chemioterapia o la radioterapia al contrario dei soggetti in migliori condizioni nutrizionali. Per questo insieme di ragioni, la cachessia può minacciare la vita del paziente più degli effetti locali del tumore stesso. La cachessia neoplastica si presenta clinicamente con anoressia, alterazioni della percezione del gusto e, di conseguenza perdita di peso, di massa muscolare e comparsa di malnutrizione che causano una riduzione generale delle funzioni fisiche, immunitarie e mentali dell'organismo. Le cause di questa sindrome anoressico-cachettica non sono ancora completamente note.
Sebbene la riduzione dell'apporto nutrizionale sembri la causa principale del deperimento, essa non può interamente spiegare la progressiva perdita di peso che spesso si manifesta anche con un apporto nutrizionale apparentemente adeguato. In generale tuttavia, la massa tumorale è considerata solitamente troppo piccola per avere un effetto di assorbimento metabolico così notevole da produrre il deperimento dell'ospite; anche se la presenza di un tumore può indurre alterazioni nel metabolismo dei carboidrati, dei grassi e delle proteine tali da determinare un aumento delle richieste energetiche.


Effetti nutrizionali della terapia oncologica


Oltre agli effetti del tumore stesso, le modalità utilizzate per il trattamento del cancro possono avere effetti negativi sullo stato nutrizionale. La malnutrizione causata dal trattamento assume ancora più importanza se si pensa che molti pazienti oncologici erano già debilitati per la loro malattia. La terapia oncologica può produrre da lievi e transitori disturbi nutrizionali, quali le mucosità causate dalla chemioterapia, fino a gravi e permanenti problemi nutrizionali, come avviene dopo le resezioni del piccolo intestino o qualora esistano delle difficoltà di masticazione e di deglutizione in seguito a interventi chirurgici sulla zona del capo e del collo.

Obiettivi del trattamento dietetico

La dieta per il paziente oncologico deve essere studiata adattandola al caso specifico e intrapresa tenendo presente la prognosi della patologia di base, in modo da adattare l'intensità dell'intervento dietetico (di supporto, di sussidio oppure palliativo). Tutti i pazienti con problemi nutrizionali dovrebbero essere strettamente seguiti ed aiutati a comprendere il ruolo della nutrizione nell'ambito del trattamento della loro patologia. Le modificazioni dietetiche dipendono dal grado di anoressia, dall'alterazione dal senso del gusto, dalla nausea, dal senso di sazietà precoce, dalla perdita di peso e dalle conseguenze della terapia.


Raccomandazioni dietetiche


Vengono qui di seguito elencate alcune considerazioni generali che possono essere utili nel prescrivere la dieta al paziente.

1. Dovrebbe essere individuata una dettagliata anamnesi alimentare per determinare le variazioni di peso nel passato, le preferenze e le abitudini alimentari, l'uso di supplementi nutrizionali, l'attuale introito proteico-calorico, le intolleranze alimentari, le anomalie del senso del gusto, la distribuzione dei pasti durante la giornata, l'indicazione di chi si occupa della preparazione del pasto e se il paziente sia in grado di alimentarsi da solo o no. Dovrebbe essere posta attenzione agli effetti collaterali di tipo nutrizionale legati alla terapia attuale o passata.


2. Le informazioni ottenute dall'anamnesi alimentare dovrebbero essere seguite attentamente nella formulazione della dieta. Il modulo interattivo proposto evidenzia i potenziali problemi nutrizionali della terapia oncologica, suggerendo alcuni approcci dietetici per autare il paziente a coprire i fabbisogni nutrizionali.


3. L'effetto della neoplasia sul metabolismo è solo parzialmente noto e non è possibile individuare il minimo apporto calorico e proteico sufficiente a coprire i fabbisogni del paziente affetto da malattia tumorale. Inoltre, attualmente non possono essere ancora definite le fonti energetiche (carboidrati e lipidi) e la quantità e la qualità delle proteine necessarie a mantenere il bilancio azotato. Per questo motivo le raccomandazioni dietetiche sull'assunzione calorico-proteica giornaliera dovrebbero essere controllate nel tempo e modificate secondo la risposta individuale.


4. Se il paziente ha registrato un calo ponderale, il primo obiettivo nutrizionale è quello di prevenire un'ulteriore perdita di peso. Numerosi studi hanno dimostrato che il megestrol acetato può provocare una stimolazione del senso dell'appetito nei pazienti con neoplasie in stadio avanzato. Questa terapia dovrebbe essere presa in considerazione per i pazienti che presentano anoressia e cachessia.


5. Se il paziente lamenta nausea a causa della malattia tumorale, della terapia radiante o della chemioterapia, può essere utile l'uso di un farmaco antiemetico quale la proclorperazina Il farmaco dovrebbe essere somministrato da 30 a 60 minuti prima del pasto. Inoltre, se è presente dolore tale da interferire con l'alimentazione-ne, l'uso di un analgesico prima dei pasti potrà aumentare lo stimolo a nutrirsi.


6. Dovrà essere chiaramente spiegata al paziente la necessità di cambiare le caratteristiche dei pasti e degli spuntini giornalieri. Per esempio, a un paziente abituato, prima della diagnosi di cancro, a non assumere spuntini e/o dessert per evitare un aumento ponderale, sarà opportuno spiegare che questa abitudine non è più adeguata. Dovranno inoltre essere liberalizzate le precedenti restrizioni dietetiche (controllo del colesterolo, dei lipidi, dell'assunzione calorica totale).


7. Le raccomandazioni dietetiche devono tenere in conto le possibilità e le capacità del paziente a prepararsi i cibi. Se egli è solo per parte della giornata il suggerimento sarà quello di utilizzare cibi che si preparino facilmente.


8. Al paziente dovranno essere fornite per iscritto delle linee guida dietetiche e lo si dovrà incoraggiare a utilizzare i cibi suggeriti nelle quantità raccomandate. Tuttavia, il paziente non dovrà essere eccessivamente pressato da parenti e amici sui problemi riguardanti la sua scarsa alimentazione poiché ciò potrebbe aumentare l'ansietà e diventare controproducente.


9. Quando possibile la prescrizione dietetica dovrebbe comprendere tutti alimenti naturali. In alcuni casi possono essere utili delle integrazioni con prodotti ipercalorici e iperproteici, in forma liquida. I prodotti per nutrizione predigeriti (elementari) dovrebbero essere utilizzati solo se specificatamente indicato, come in presenza di malassorbimento (malassorbimento lipidico).


10. Le integrazioni multivitaminiche e minerali dovrebbero essere fornite ai pazienti che non siano in grado di introdurre una dieta ben bilanciata o che abbiano specifiche carenze.
I progressi del paziente vanno seguiti a intervalli regolari per valutare il miglioramento della condizione nutrizionale. Il controllo del paziente nel tempo offre inoltre la possibilità di variare la prescrizione dietetica in rapporto alla risposta al trattamento.


Se gli sforzi per un'alimentazione orale falliscono o sono impossibili da intraprendere, può essere necessario l'impiego di metodi nutrizionali alternativi, quali l'alimentazione per sondino, nutrizione enterale, o la nutrizione parenterale, nel torrente circolatorio.


L'utilizzazione di supporti nutrizionali aggressivi è efficace per molti pazienti sottoposti a terapia, e che abbiano un'elevata probabilità di ottenere una risposta positiva dalla terapia antineoplastica. Comunque, l'uso di supporti nutrizionali per i pazienti oncologici terminali è di dubbia utilità. In quest'ultimo caso sono più appropriati i suggerimenti per l'alimentazione orale a seconda della tolleranza e un supporto dal punto di vista psicologico. Per i pazienti in stato terminale dovrebbero essere sottolineati gli aspetti piacevoli dei cibi prestando minor attenzione alla quantità e al contenuto calorico.


L'aumento di peso e l'obesità sono eventi comuni nelle pazienti con cancro della mammella. Le metastasi ossee possono causare nei soggetti in sovrappeso gravi problemi, come le fratture patologiche. Alcune evidenze suggerirebbero che il rischio di recidiva del tumore è peggiorato o aumentato nelle pazienti sovrappeso. Per questo motivo l'obesità va curata.
Bibliografia:
1. P Binetti, M. Marcelli, R. Balsi. (2007) “Manuale di Nutrizione Clinica e Scienze Dietetiche Applicate”. Società Editrice Universo. Roma.
2. Sylvia Escott- Stump. (2005). “Nutrición, Diagnostico y Tratamiento”. Mc Graw Hill. 5 Edicion. Mexico.